martedì 14 dicembre 2010

Introduzione

Per sperimentazione animale si intende l'esperimento a scopo di studio e ricerca effettuato su animali da laboratorio (ad esempio in ambito farmacologico, fisiologico, fisiopatologico, biomedico, biologico), finalizzato ad individuare le sostanze potenzialmente dannose/tossiche per l'uomo presenti nei farmaci e in generale nelle sostanze testate. Gli esperimenti possono essere di diverso tipo; i test più diffusi consistono nell'indurre su di un campione animale specifiche patologie e verificare la reazione a farmaci e ad altre pratiche terapeutiche. Possono essere somministrate ad esempio sostanze chimiche, batteri e virus. Gli animali testati possono essere esposti a radiazioni o subire mutilazioni di vario genere.
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I termini sperimentazione animale e vivisezione indicano pratiche simili. Tuttavia si usa utilizzare quest'ultimo con una valenza più negativa in quanto fonte di sofferenza e tortura su animali vivi e spesso non anestetizzati.
Lo sfruttamento di animali nell'ambito di esperimenti in laboratorio è da sempre una pratica controversa. Per quanto non si possa ignorare infatti il ruolo che questi hanno avuto nello sviluppo della ricerca scientifica, il problema etico è molto forte.
Queste pratiche vengono infatti percepite da molti come violenze non necessarie e non utili al progresso medico/scientifico.

domenica 12 dicembre 2010

Cenni storici

I primi riferimenti all'utilizzo di animali a scopo scientifico possono essere fatti risalire ad Aristotele che nel trattato sulle Parti degli animali descrive minuziosamente l'interno e l'esterno di tutte le specie animali, basandosi su dissezioni di animali.
Nel III secolo a.C. la pratica dissettoria e vivisettoria sugli animali si intensifica con la scuola medica di Alessandria.
Galeno può essere considerato uno dei medici più importanti dell'antichità. Egli nel II secolo condusse dissezioni e vivisezioni su numerose specie animali (scimmie, maiali, buoi, elefanti, topi, ed anche animali a sangue freddo) in quanto la chiesa proibiva di sezionare cadaveri umani.
Dal Rinascimento in poi, la medicina fece un uso sempre più largo della sperimentazione animale in vivo per lo studio delle funzioni fisiologiche, campo in cui le autopsie umane non erano sufficienti.  Andrea Vesalio, anatomista e medico, osservò su maiali viventi il funzionamento dei nervi. Le ricerche sulla circolazione sanguigna furono condotte a lungo da numerosi studiosi su varie specie animali: Colombo praticò vivisezioni su cani per studiare la circolazione polmonare, mentre W.Harvey giunse ad una comprensione del meccanismo circolatorio attraverso dissezioni e vivisezioni di animali di diverse specie.


Nell'ultimo ventennio dell'800,  Louis Pasteur dimostrò la teoria dei germi in medicina somministrando antrace ad alcune pecore eseguendo l'esperimento in pubblico per dimostrare l'efficacia della vaccinazione, e circa dieci anni dopo  Ivan Pavlov utilizzò i cani per descrivere la sua teoria del riflesso condizionato.
L'insulina fu isolata per la prima volta nei cani nel 1922, rivoluzionando il trattamento del diabete.
Nel 1967 Barnard, chirurgo sudafricano, effettuò il primo trapianto di cuore umano al mondo.
Per arrivare a questo rivoluzionario risultato sperimentò per anni il trapianto di cuore sugli animali eseguendo l’operazione su più di 50 cani e scimmie.
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 Negli anni settanta, trattamenti antibiotici multi-farmaco per la cura della lebbra furono sviluppati grazie a test sugli armadilli. Nel 1996 la pecora Dolly è stato il primo essere vivente clonato da una cellula adulta.
Nel 2007 il genetista americano Mario Capecchi, insieme ai colleghi Martin Evans e Oliver Smithies, ha ottenuto il Premio Nobel per la medicina per i suoi studi sulle cellule staminali embrionali. Le ricerche dei tre scienziati hanno portato a definire la tecnica del gene targeting. La tecnica è stata sviluppata attraverso le sperimentazioni sul knockout mouse, un topo geneticamente modificato nel quale alcuni geni sono resi inoperativi, venendo quindi isolati (knocked out) dall’organismo al quale appartengono.

sabato 11 dicembre 2010

È ancora necessaria oggi la sperimentazione animale?

La ricerca biomedica ha da sempre utilizzato gli animali per sperimentare nuove tecniche chirurgiche, osservare l’evoluzione delle malattie su organismi animali per comprendere meglio i meccanismi di attacco sul corpo umano e testare nuovi medicinali.
Nonostante i grandi progressi della medicina molti, anche all’interno della comunità scientifica, hanno cominciato ad avere dubbi sulla effettiva utilità di tutti gli esperimenti eseguiti e sulla legittimità di sfruttamento degli esseri viventi.
Molti altri scienziati autorevoli si battono per un maggior rispetto degli animali, ritenendo la sperimentazione in alcuni casi necessaria.

Le Ragioni Favorevoli

All’interno della Comunità Scientifica chi sostiene l'utilizzo della ricerca sugli animali, afferma che senza quest'ultima oggi non si sarebbe in grado di curare molte malattie e non esisterebbero molti dei farmaci attualmente in commercio.
Tutti i premi nobel per la medicina viventi, infatti, hanno ammesso che la ricerca medica ha tratto innegabili vantaggi dall'uso di animali in laboratorio.
La tecnica del gene targeting (Mario Capecchi, Martin Evans e Oliver Smiethiers), ad esempio,  è utilizzata per oggi dai ricercatori di tutto il mondo per "costruire" topi con mutazioni inserite nei geni. Il ricercatore può selezionare sia quale gene mutare sa come. Queta tecnologia sta assumendo importanza anche sugli studi sul cancro, su moltissime malattie e nell'ambito della medicina clinica.

 La sperimentazione animale ed i suoi meriti sono stati esaminati da uno studio britannico intrapreso dal comitato Weatherall, commissionato dalla Royal Society, dal Medical research Council, dal Wellcome Trust e dalla Academy of Medical Sciences, ha individuato forti motivazioni sia scientifiche che morali per le sperimentazioni condotte sulle scimmie ai fini della ricerca.
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Sir David Weatherall, ex genetista dell'Università di Oxford e autore principale della relazione, ha dichiarato che in certi casi il ricorso a primati non umani rimane l'unico modo per rispondere a domande scientifiche importanti, in quanto altri animali quali i topi non sono sufficientemente affini agli umani.
«Esiste una ragione scientifica alla base della ricerca attenta e scrupolosamente disciplinata condotta su primati non umani, per lo meno per il prossimo futuro, a condizione che continui a essere l'unica possibilità di risolvere importanti questioni scientifiche e mediche e che permangano gli standard elevati di benessere», ha dichiarato.
Il comitato ha inoltre affermato che tre patologie, quali la malaria, l’AIDS e la tubercolosi possono essere fronteggiate al meglio attraverso vaccini che possono essere sviluppati e convalidati in termini di sicurezza solamente ricorrendo alla sperimentazione sulle scimmie.

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Silvio Garattini, scienziato e direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, spiega:
“Non vi è oggi altra possibilità che l’impiego degli animali se si vogliono avere a disposizione modelli di malattie umane su cui saggiare nuove forme di terapia.
Se guardiamo alla storia della medicina troviamo che ogni scoperta significativa che ha dato risultati pratici anche per l’uomo è passata attraverso l’impiego di animali. Non avremmo oggi vaccini, farmaci chirurgici e gli stessi trapianti d’organo se non vi fosse stata precedentemente un’adeguata sperimentazione animale”. (articolo da www.focus.it)



Le Ragioni Contrarie

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Secondo gli antivivisezionisti la sperimentazione animale oltre a non servire in alcuni casi avrebbe addirittura rallentato il progresso medico.
I casi di sperimentazioni errate, infatti, sono numerosi.
Si può citare, ad esempio, il caso Talidomide. Quest’ultimo è un farmaco che fu venduto negli anni ‘50 e ’60 come sedativo, anti-nausea, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Venne ritirato dal commercio alla fine del 1961 in seguito alla scoperta della teratogenicità di uno dei suoi componenti. Le donne trattate con talidomide davano alla luce neonati deformi.
Nel 1973 lo spray Isoproterenol uccise migliaia di asmatici.
Entrambe i farmaci erano stati messi in commercio dopo le prove sugli animali che avevano dato risultati negativi.
Nel 2009 il medicinale Mediator per la cura del diabete e l’obesità venne ritirato dal mercato perché avrebbe provocato in Francia tra i 500 e i 1000 morti.
Altre sostanze come ad esempio il fumo, l’amianto, l’arsenico, benzene e lana di vetro risultano innocue per gli animali ma dannose per l’uomo.
Da qui nasce il problema della generalizzabilità dei risultati ottenuti: se nessuna specie animale è paragonabile del tutto all’uomo questo significa che la sperimentazione finale avviene su quest’ultimo rendendo vano il sacrificio di milioni di animali.
Inoltre, lo stress cui sono sottoposti gli animali da laboratorio invaliderebbe i risultati degli esperimenti rendendoli inattendibili. Questo spiega perché uno stesso esperimento effettuato su animali della stessa specie ma in laboratori diversi dà spesso risultati differenti.
Infine, i test effettuati sugli animali garantiscono la copertura legale alle case farmaceutiche tutelandole in caso di effetti nocivi sull’uomo del nuovo farmaco immesso nel mercato.
Umberto Veronesi, ricercatore, medico ed oncologo, dedica nel suo libro "Una carezza per guarire", un importante capitolo alla sperimentazione animale. Egli, fortemente contrario alle violenze ed alle aberrazioni sugli esseri viventi dotati di un sistema nervoso e quindi in grado di percepire il dolore e la sofferenza, sottolinea la necessità di assumere un comportamento etico verso gli animali. Ha sostenuto che esistono oggi metodi alternativi, prendendo quindi posizione contraria verso la sperimentazione sugli animali da laboratorio, che dovrebbero essere limitate al minimo; ha difeso energicamente i diritti degli animali, predicando, tra le altre cose, come una dieta vegetariana sia la migliore per preservare il nostro organismo da malattie e disfunzioni.
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Come Veronesi. altri illustri scienziati, medici e studiosi si sono schierati con gli animalisti per pubblicizzare invece molte altre forme alternative utili al progresso nella ricerca scientifica, medica, farmacologica. Ricordiamo per esempio Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica, che si è recentemente attivata in seguito alla neo normativa europea rispetto alla sperimentazione animale, diffondendo una petizione contraria a quest'ultima e schierandosi dalla parte degli animali.





venerdì 10 dicembre 2010

Metodi Alternativi

Per “metodo alternativo” si intende tutte le procedure che permettono di ridurre (o addirittura sostituire) l’animale nella sperimentazione ma anche di limitarne le sofferenze.
A far pensare a questa eventualità è stata la legge delle 3 R elaborata da Russel e Burch per rendere eticamente più accettabile la sperimentazione animale.
1)Rimpiazzamento (replacement): identifica la sostituzione, ove possibile, degli animali con materiali biologici di minore complessità (batteri, colture cellulari, organi isolati, colture in vitro), modelli computerizzati, video, film;
2)Riduzione (reduction): implica la maggiore riduzione possibile del numero di animali usati per un particolare esperimento conseguendo ugualmente risultati di studio altrettanto precisi. Ciò può essere ottenuto standardizzando la popolazione animale che è il fattore principale della variabilità dei risultati;
3)Raffinamento (refinement): si riferisce alla ricerca di procedure sperimentali sempre più specifiche in grado di ridurre al minimo la sofferenza e lo stress causato agli animali impiegati;

I Metodi Biologici:
In questa categoria sono compresi tutti i "metodi in vitro" per la sperimentazione di nuovi farmaci. Esistono due metodi per studiare in vitro, parti di organismi viventi:

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1)Mantenimento in Vitro: Consiste nell'estrarre dall'animale (umano o non umano) la parte che interessa (frammenti di tessuto, organi, interi apparati) e mantenendo le cellule in condizione di sopravvivere ma non di riprodursi;
2)Coltura in Vitro: Consiste nel prelevare piccole parti di tessuto e porlo, immediatamente, in un ambiente idoneo non solo alla sopravvivenza delle cellule ma anche alla loro riproduzione;

Metodi non biologici
Con l’avvento della tecnologia tutti i dati degli esperimenti vengono archiviati nei computer e analizzati mediante procedure matematiche e statistiche, i cui risultati saranno espressi in numeri, grafici o parole. Inoltre, le simulazioni a computer consentono di prevedere gli effetti biologici di alcuni composti e monitorare anche le interazioni tra i diversi organi e tessuti, che con i metodi biologici precedentemente riferiti non si sarebbe in grado di valutare;
L’Epidemologia e la Statistica si rivelano efficaci nello studio delle malattie. Mentre l'epidemiologia studia la frequenza e la distribuzione dei fenomeni epidemici (malattie) nella popolazione, la statistica si interessa del trattamento dei dati numerici che derivano da un gruppo di individui (spesso relativamente ad una determinata malattia in riferimento ad una certa zona);
Moderne tecniche di imaging (ad esempio TAC e risonanza magnetica) sono utilizzati nello studio del cervello umano al posto degli esperimenti sui primati.
Inoltre, simulazioni elettroniche di esperimenti sono in grado di prevedere, attraverso modelli matematici e software, gli effetto biologici di alcuni composti chimici.
In alcuni ambiti gli animali sono già stati completamente rimpiazzati come nel caso del crash test e della didattica (dove si utilizzano modellini, video, colture cellulari ecc.).
Per quanto riguarda il test di tossicità nel settore cosmetico, l’utilizzo di animali sarà completamente vietato nel 2013.
Tuttavia, non tutte le metodologie senza animali possono essere utilizzati ne test previsti per legge, ma solo quelle validate, ossia dichiarate affidabili (riproducibili nel tempo e in laboratori diversi) e rilevanti (significatività e utilità di una procedura).
L’iter di validazione previsto dalla normativa europea, lungo e complesso, ha rallentato l’introduzione e la diffusione delle metodologie alternative possibili.

giovedì 9 dicembre 2010

Legislazione in Italia

In materia di sperimentazione animale le disposizioni legislative più significative in Italia sono state sostanzialmente le seguenti:
  • Decreto Legislativo 27 gennaio 1992 n. 116 (G.U. del 18 febbraio 1992 n. 40) "Disciplina la protezione degli animali utilizzati ai fini sperimentali o ad altri fini scientifici. Limita la sperimentazione ai soli casi in cui non sia possibile, per ottenere il risultato ricercato, utilizzare altro metodo scientificamente valido.
  • Legge 12 ottobre 1993 n. 413 (G.U. del 16 ottobre 1993 n.244) "Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale". I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nel esercizio del diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, si oppongono alla violenza su tutti gli esseri viventi, possono dichiarare la propria obiezione di coscienza ad ogni atto connesso con la sperimentazione animale (art. 1).
  • Legge 189/2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate".

mercoledì 8 dicembre 2010

La nuova normativa europea

L'8 settembre 2010 è stata approvata la nuova direttiva europea sulla sperimentazione animale.
Questa da un lato "migliora" la precedente su alcuni punti:
- viene incoraggiato lo sviluppo di metodi alternativi;
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- i progetti di sperimentazione devono ottenere un permesso apposito;
- ogni anno sono previste ispezioni nelle strutture dove avvengono le sperimentazioni;
- utilizzo di metodi "umanitari", sopprimendo gli animali utilizzati nei test con il metodo più indolore possibile,
- reinserimento degli animali ancora in buone condizioni in appositi centri.
D'altra parte essa aggiunge dei punti molto controversi quali:
- possibilità di utilizzare animali randagi;
- possibilità di utilizzare specie in via d'estinzione prelevandole direttamente in natura;
- possibilità di utilizzare scimmie antropomorfe;
- possibilità di effettuare alcuni esperimenti che lo richiedano senza anestesia;
- possibilità di riutilizzare più volte lo stesso animale per più esperimenti.
Tutto ciò ha naturalmente condotto ad un intenso dibattito, sia all'interno della comunità scientifica stessa, sia tra scienziati, opinione pubblica ed animalisti.
Questa legge, che molti si aspettavano come una svolta, è dunque "migliore" o "peggiore" della precedente in quanto a tutela delle specie utilizzate per gli esperimenti?

martedì 7 dicembre 2010

L'Opinione Europea

L'opinione pubblica Europea è abbastanza divisa sul fatto che gli scienziati possano sperimentare su animali, anche se questo porta a benefici per la salute umana. Su questa questione, il 44% degli intervistati a livello UE 27 sono d'accordo e il 37% degli intervistati sono in disaccordo con elevate differenze fra paesi.

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